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89125 Reggio Calabria (RC)
Gli ex voto i doni alla Dea
Nel corso dei differenti scavi è stato rinvenuto un gran numero di materiale votivo. Gli archeologi definiscono questi reperti come ex voto, poiché si tratta di manufatti ceramici (vasi di varia provenienza, di dimensione naturale o miniaturistica e anche piccole statuette) che per devozione venivano offerti alla divinità. La tipologia del materiale votivo suggerisce di attribuire il santuario ad una divinità femminile, in particolare a Demetra. Il vasellame è di varia provenienza: corinzia, orientale, attica, laconica e naturalmente locale. Tra la ceramica locale spicca la produzione denominata “calcidese”, databile alla seconda metà del VI secolo a.C., e di cui si è ipotizzato l’origine reggina.
È stato rinvenuto anche un gran numero di statuine di terracotta: figure femminili, identificabili con la divinità stessa, seduta in trono o alzata, o con le offerenti che espletavano i riti.
Il culto di Demetra e delle divinità sotterranee
Il culto di Demetra era ampiamente diffuso nella Grecia continentale e nella Magna Grecia. Questo culto rivestiva una particolare importanza nelle città siceliote, alle quali Reggio era strettamente legata. La dea Demetra aveva valenze ben precise: agrarie, chtonie, connesse alla fertilità ed alla kalligeneia. Generalmente, le aree sacre erano localizzate fuori dal circuito urbano, in vicinanza di boschi e di fonti d’acqua. Demetra e la figlia Kore sovrintendevano alle pratiche dell’agricoltura ed al matrimonio, intesi come fondamenti della società civile, erano garanti della fertilità della terra e della donna; in particolare Kore, in quanto sposa di Hades, dio degli inferi, era signora dell’oltretomba. In onore di Demetra si svolgevano cerimonie tre volte l’anno, riservate alle donne, tra cui ricordiamo le Thesmophorie e i misteri eleusini, e si celebravano riti connessi anche al passaggio all’ età adulta. Le offerte erano legate al matrimonio, al parto, alla liberazione delle schiave, a guarigioni, ai pasti sacrificali.