La pittura del ‘700
a Reggio Calabria
La pittura del Settecento a Reggio Calabria
tra Accademie e Scuole di pittura
Il progetto La pittura del Settecento a Reggio Calabria tra Accademie e Scuole di pittura è stato presentato dall’Associazione Ulysses per la partecipazione all’avviso «per la selezione e il finanziamento di interventi per la valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria» pubblicato dalla Regione Calabria nel 2019. In particolare, il progetto viene redatto per l’Azione 3 – Tipologia 3.2 ‘Valorizzazione della cultura calabrese e delle personalità di rilievo della storia della Regione’.
Finanziato da fondi PAC 2014-2020 nel 2020, il progetto viene rimodulato di concerto con la Regione Calabria, relativamente ai solo tempi di realizzazione, a causa dell’emergenza COVID-19 e avviato nel 2021 con il partenariato dell’Amministrazione civica, del Segretariato Regionale del MiC per la Calabria e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città Metropolitana di RC e della Provincia di Vibo Valentia, e con il patrocinio morale della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova.
Nonostante l’esiguità delle notizie e la scarsa attenzione riservata dai cultori di storia patria dell’Ottocento alla produzione artistica del secolo precedente, gli studi più recenti ed un fortunato scavo archivistico consentono di delineare un quadro sempre più puntuale della cultura figurativa nella Reggio del XVIII sec. e offrono significativi spunti per riflessioni dalle quali muovere per ricostruirne le coordinate.
La città Calabria Ultra conosce, infatti, dopo la depressione socio-economica dei secoli precedenti, una ripresa delle attività economiche incentrate sulla produzione serica e la conseguente affermazione della piccola nobiltà feudale e di una nuova borghesia terriera che si trasferisce dal contado in città dove hanno sede i nuovi interessi economici. Il rinnovato impulso economico si coniuga al rinvigorirsi del clima culturale di cui sono espressione tanto la creazione della prima biblioteca cittadina ad opera dell’abate Spizzicagigli quanto il mai sopito interesse per le arti figurative testimoniato dagli inventari delle più cospicue famiglie cittadine e da queste perseguito con spirito di emulazione e, quasi sempre, come espressione di status ed affermazione sociale.
Vincenzo Cannizzaro, Caduta di Simon Mago, Pinacoteca civica, Reggio Calabria
In tale contesto si collocano in questa periferia del regno, quei fermenti culturali che spingono alcuni giovani – come ampiamente dimostrato per molti artisti calabresi di quel tempo – a recarsi nella capitale del Regno e a Roma per l’indiscussa attrattiva esercitata dalla città papale “tempio del vero gusto” e gli ordini religiosi, da sempre committenti privilegiati di artisti molto spesso extraregionali, a promuovere ambiziose imprese decorative coinvolgendo artigiani locali e quei “maestri” di pittura rientrati in patria con un aggiornato bagaglio figurativo e spesso con un prestigioso cursus honorum.
Vincenzo Cannizzaro, Nudo accademico, courtesy Accademia di San Luca, Roma
Il percorso figurativo della mostra intende suggerire un approfondimento delle tematiche sopra esposte e porsi come proficuo momento di riflessione per una “rilettura” – attraverso testimonianze documentarie e stimolanti confronti stilistici – di un secolo durante il quale «non men che le lettere rifiorivano nel nostro paese le arti» ed in queste i reggini Antonino Cilea (doc. 1706-1760) e Vincenzo Cannizzaro (1740-1768).
Antonino Cilea, Addolorata e simboli della Passione, particolare, courtesy Fondazione Piccolo Museo San Paolo, Reggio Calabria
Nella selezione delle opere esposte, provenienti tanto dal territorio reggino e calabrese quanto da Roma e altre sedi espositive nazionali, si è inteso “aprire” ad un’aggiornata analisi critica del corpus pittorico di questi maestri che come altri calabresi loro contemporanei, ma certamente più noti in quanto destinatari nel recente passato di importanti eventi espositivi, si fecero protagonisti del rinnovamento del gusto che nella Reggio di inizio Settecento risultava ancora attestato su consolidati modelli figurativi controriformati.